Roma - Due miliardi in più nella legge di Bilancio 2017, che passa da 24,5 a circa 27 miliardi. Risorse che vanno ad alimentare la competitività, soprattutto, con misure in favore delle piccole e medie imprese, per il piano Industria 4.0, ma soprattutto per restituire fiducia alle famiglie, a cui andranno 600 milioni nel 2017.
Una "straordinaria iniezione di fiducia" che il presidente del consiglio, Matteo Renzi, spera possa guarire il Paese dal mal di crescita. Nella Sala dei Galeoni di Palazzo Chigi - solitamente utilizzata per gli incontri internazionali - Renzi prende la parola prima del ministro Padoan.
Solo "una breve introduzione", spiega, prima di andare a Firenze per la cena con il presidente argentino Mauricio Macrì. Il presidente del consiglio, invece, si sofferma ad illustrare punto per punto la manovra, con l'ausilio di slides e di un puntatore ottico. Il tono è istituzionale, pochi riferimenti al dibattito politico e alle polemiche che hanno accompagnato il percorso di avvicinamento al via libera della legge di Bilancio.
E' la linea del dialogo inaugurata dal presidente del consiglio quando ha deciso di cambiare strategia sul referendum, non puntando più sulla personalizzazione, ma concentrandosi sul merito. E la conferma arriva in un tweet che lo stesso Renzi pubblica a fine conferenza: "A me piace entrare nel merito. E confrontarsi senza odio personale e ideologia. Spero che accada anche sul bilancio".
E per rimanere al linguaggio social mediatico, il presidente del consiglio conia l'hashtag "#passodopopasso" per sottolineare come "stia arrivando chiara la nostra idea del futuro di questo Paese, un pezzettino alla volta. L'Italia non va ancora bene", riconosce, ma dopo un anno e mezzo va meglio di prima". Tanto che la crescita del Pil nel 2017, stimata all'un per cento, potrebbe essere superiore, "all'uno e uno o all'uno e due per cento".
Per realizzare questo obiettivo, però è necessario che gli italiani abbiano più soldi in tasca da spendere. Il consumo interno è l'unica leva capace di dare impulso alla crescita. Di questo sembra essere consapevole il governo. Ecco, allora, l'eliminazione di Equitalia, che non comporta "la rottamazione delle cartelle" ma la fine degli interessi esorbitanti e delle more.
Ed ecco, soprattutto, la quattordicesima per le pensioni basse, da 330 a 500 euro l'anno per chi non aveva diritto alla quattordicesima ed un aumento per chi già la percepiva. Un bonus, obiettano i critici della manovra. Renzi, risponde direttamente: "Preferiamo i nostri bonus ai tanti malus del passato...".
Accanto a questo, il lavoro sulla competitività che "vale qualcosa come 20 miliardi", per Renzi, e comprende misura per l'industria 4.0 e "soldi per chi investe. Già nel decreto legge cè' un miliardo di euro per le piccole e medie imprese". Capitolo tasse: "Va giù l'Ires che era al 27,5% e va al 24%, Va via l'Irpef agricola. Inoltre ci sono interventi di sostegno alle partite Iva", spiega Renzi che, alla domanda di un cronista sul referendum risponde di non voler parlare della consultazione, ma "se il prossimo anno avremo la possibilità di continuare in questo lavoro il percorso sarà completato: ci manca solo l'Irpef".
Nell'attesa, annuncia che "il canone Rai, che era di 113 euro, quest'anno e' di 100 e il prossimo scendera' ancora, a 90 euro". Insomma, conclude il presidente del consiglio, "una buona legge di stabilità. Dove ci sono molte cose buone per gli italiani". (AGI)