Roma - Il 'Patto della lavagna', lo chiama Matteo Renzi ben memore del piu' noto 'contratto con gli italiani', siglato da Silvio Berlusconi nello studio di Porta a Porta. Stavolta la location e' offerta da Mediaset, lo studio e' quello di Quinta Colonna del giornalista Del Debbio. Renzi, un po' stupito, vede comparire una lavagna bianca, con tanto di pennarelli. "L'importante e' che non mi portiate la scrivania...", commenta ironico. Le battute tra il giornalista, conterraneo del premier, e Renzi si susseguono. "Il pennarello rosso non c'e'. Il suo editore non puo' proprio vederlo quel colore...", sorride Renzi. Del Debbio, ribatte: "Sai che me ne importa a me. Ecco il pennarello rosso...". Si passa ai contenuti del 'patto della lavagna'.
Il primo riguarda le pensioni, con l'obiettivo di arrivare alla soglia dei mille euro per la quattordicesima di quelle minime, fino a 750 euro. Spiega Renzi: "Alle pensioni minime, a quelli che arrivano fino a 750 euro, viene data oggi una quattordicesima, in un'unica soluzione. L'obiettivo, dunque, e' avvicinarsi il piu' possibile ai mille euro", raddoppiando questa somma che andrebbe a costituire una sorta di ottanta euro per i pensionati, sebbene concessi in una unica soluzione. "La questione delle pensioni e' molto delicata e non faccio promesse invano. Gli ottanta euro non andavano ai pensionati", ha proseguito il premier. "Abbiamo fatto una misura che riguardava il lavoro, poi la tassa sulla prima casa e tasse agricole. Quello che restava fuori sono le pensioni. Ora vogliamo dare una mano. Quest'anno si fanno Ires e Iri, si abbassano tutte e due. L'altra cosa sono le pensioni: a quelli che non sono potuti andare in pensione per la legge Fornero daremo l'Ape, un anticipo, in cambio di circa il cinque per cento in meno. E' una scelta, nessuno decidera' per conto degli altri". Per alcune categorie, tuttavia, questa percentuale potrebbe essere anche minore: "Con Ape uno va via con il 95 per cento dello stipendio. Per determinate categorie, chi ha parenti disabili da accudire e chi e' disoccupato o, ancora, chi ha particolari tipi di lavori usuranti, si cerca di fare non il 95 per cento, ma il 99 per cento". Capitolo referendum: il premier si fa contabile e, sfidato dal giornalista, accetta di elencare voce per voce i risparmi della riforme che, per lui, ammontano a molto piu' dei 49 milioni l'anno di cui "parlano alcuni giuristi". Al termine del conteggio, Renzi cerchia la cifra di 500 milioni di euro. Ai 350 milioni derivanti dalla cancellazione delle Province, spiega, si aggiungono 80 milioni risparmiati dagli stipendi dei senatori, e l'ammontare delle spese di funzionamento del Senato. Infine i risparmi sugli stipendi dei consiglieri regionali che andranno ad occupare gli scranni del nuovo Senato: "Che non e' poco", ha chiosato il premier.
Puntiamo raddoppio quattordicesima per minime - "Alle pensioni minime, a quelli che arrivano fino a 750 euro, viene data oggi una quattordicesima, circa 40 euro al mese. A questi raddopiamo la quattordicesima, in un'unica soluzione". Lo ha detto il presidente del consiglio, Matteo Renzi, a Quinta Colonna, su Rete Quattro. "L'obiettivo e' avvicinarci a mille euro", ha aggiunto.
I risparmi della riforma costituzionale - Dagli stipendi dei senatori ai rimborsi dei gruppi passando per le spese dei funzionari. Il presidente del consiglio, Matteo Renzi, pennarello blu alla mano e lavagna bianca, spiega punto per punto i risparmi derivanti dalla riforma costituzionale nello studio di Quinta Colonna, su Rete Quattro. Senza far mancare battute di spirito e affondi con il giornalista del Debbio. come quando, non trovando un pennarello rosso, si lascia sfuggire: "Il suo editore il rosso non puo' proprio vederlo...". Per Renzi, "questa e' la riforma che vuole ridurre le poltrone, non la democrazia". Automatico il collegamento con quel 'patto degli italiani' siglato da Silvio Berlusconi nello studio di Porta a Porta. Renzi ne e' consapevole e si preoccupa di avvertire: vada per la lavagna, "l'importante e' che non mi si porti tavolo e scrivania, senno e' come quell'altro". Il Patto della Lavagna - come ironicamente lo ha chiamato Renzi - si risolve con un risparmio complessivo di 500 milioni. Ai 350 milioni derivanti dalla cancellazione delle Province, si aggiungono 80 milioni risparmiati dagli stipendi dei senatori, e l'ammontare delle spese di funzionamento del Senato. Infine i risparmi sugli stipendi dei consiglieri regionali che andranno ad occupare gli scranni del nuovo Senato: "Che non e' poco", ha chiosato il premier.