Roma - D'Alema scende in campo per sostenere il fronte del 'No' al referendum sulla riforma costituzionale e lo fa con una riunione al cinema Farnese di Roma. "Non voglio negare il valore della governabilita' ma il tema della democrazia non puo' essere ridotto solo a questo problema". Lo ha detto l'ex premier durante l'incontro. "Le teorie secondo cui l'idea stessa 'si sa chi vince e quindi fa il governo' sono prive di fondamento. Il Paese è vittima di una idea della riforma fasulla. Non so quali cose straordinarie dovrebbero derivare da questa pasticciata riforma costituzionale e una parte della campagna dovrà tendere a demistificare questa paccottiglia ideologica", ha aggiunto D'Alema.
"Trovo sgradevole questo non voler dire la data del referendum. Una furbizia. Vorrei che si definisse la data perche' ci si possa pronunciare. Abbiamo ascoltato minacce di dimissioni, di caduta del governo. Salvo poi tornare indietro e dire che non ci si dimette piu', perche' intanto i sondaggi erano cambiati". "Hanno fatto una legge elettorale pensata per un sistema bipolare, salvo poi accorgersi che avrebbero vinto i Cinque Stelle. Questi geni, questi strateghi del Nazareno, non si sono accorti che, mentre facevano una legge elettorale per un sistema bipolare, si era venuto a formare un sistema tripolare. Sarebbe bastato affacciarsi alla finestra per accorgersene", ha aggiunto.Dunque, per D'Alema, "la vittoria del No segnerebbe la fine di questa idea del Partito della Nazione, un progetto dannoso che ha provocato una frattura fra il popolo della sinistra e il Pd. Sarebbe un risveglio positivo per l'Italia.
"Siamo stati sottoposti a numerosissime accuse di ogni genere e un punto voglio chiarire: non siamo qui per dividere il Pd, innanzitutto perche' una parte importante delle persone che si sono rivolte a noi non fa parte del Pd. Questa e' una interpretazione della stampa, e di una certa stampa che prende ordini dal Pd", ha sostenuto ancora D'Alema durante la riunione al cinema Farnese di Roma. "A questo popolo vogliano offrire una occasione di impegno civile, di partecipazione, di impegno politico e non offrire un partito", ha aggiunto D'Alema. "Non perdiamoci di vista. Non solo da qui al referendum ma anche dopo. C'e' bisogno di uno spazio di partecipazione e militanza in cui si possa sentirsi orgogliosi di essere militanti della sinistra, del centrosinistra e del mondo cattolico democratico. Alla fine di questo incontro daremo avvio a un Comitato nazionale".
Torna a parlare di referendum anche Matteo Renzi che sulla consueta enews settimanale esprime la propria "soddisfazione" perche' "finalmente si inizia a discutere del merito del referendum. Nessuno si lamenta piu' della personalizzazione" e quindi "possiamo finalmente parlare di contenuti". Il presidente del Consiglio, pero', sottolinea la "disinformazione" che ruota attorno al quesito sulle riforme:"C'e' molta disinformazione sul referendum. I poteri del premier rimangono gli stessi, sia che vinca il No, sia che vinca il Si'". "Intervistato dalla principale televisione cinese ho iniziato a parlare di turismo, studenti, collaborazione culturale. La giornalista mi ha interrotto e mi ha chiesto perche' volessi una riforma costituzionale che da' piu' poteri al premier. Le ho risposto dicendo la verita': i poteri del premier rimangono gli stessi, sia che vinca il No, sia che vinca il Si'". Semplicemente, ricorda Renzi, "i poteri del premier non fanno parte di questo referendum. Nella Bicamerale D'Alema e nella riforma Berlusconi i poteri del premier cambiavano e addirittura si contemplava il potere del primo ministro di scioglimento delle Camere. In questa nostra riforma - quella che andra' al voto - i poteri del premier non sono neanche sfiorati. Pesi e contrappesi non cambiano - sottolinea Renzi -. Si cambiano invece, per esempio, le regole del gioco sul turismo, restituendo allo Stato la strategia di promozione internazionale, anziche' continuare con 21 strategie diverse. E sappiamo quanto bisogno vi sia di non parcellizzare la promozione all'estero in tanti viaggi che qualche volta assomigliano piu' a vacanze a scrocco anziche' missioni internazionali".
"Questo referendum semplifica i rapporti tra Stato e Regioni. Evita il ping-pong incomprensibile tra Camera e Senato. Aumenta la partecipazione dei cittadini abbassando il quorum al referendum. Abolisce enti inutili". Lo scrive il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella sua enews. "Abbiamo bisogno di tutti perche' quando iniziera' la vera e propria campagna possiamo essere chiari: questo referendum non riduce la democrazia, ma riduce le poltrone". (AGI)