(AGI) - Roma, 28 lug. - Il giorno dell'addio di Denis Verdini aForza Italia e a Silvio Berlusconi e' arrivato. Domani, alle11, il senatore toscano, per vent'anni braccio destro eoperativo del Cavaliere, ufficializzera' in una conferenzastampa a palazzo Madama la nascita del nuovo gruppo, che sichiamera' 'Alleanza liberalpopolare-Autonomie', il cuiacronimo, fanno notare i verdiniani, sara' 'Ala', una sigla chevuol segnare l'avvio di un nuovo percorso. Ma Verdini ha volutofare le cose in grande: non solo la nascita del gruppo ma anchela creazione di una fondazione, che avra' sede in via Poli aRoma. Sono 10 i senatori che seguiranno Verdini in questa nuovaavventura, mentre alla Camera i verdiniani al momento sono 7-8,ma per la fuoriuscita dal gruppo azzurro e il conseguenteapprodo nel Misto forse - viene spiegato - si dovra' attendereancora qualche giorno, "al piu' tardi la prossima settimana". Ein corso d'opera, viene ancora spiegato, non e' escluso che iverdiniani possano chiedere una deroga alla presidenteBoldrini, come hanno fatto altri ex berlusconiani, Fratellid'Italia. Il capogruppo al Senato della nuova formazione sara'Lucio Barani, mentre a Vincenzo D'Anna sara' affidato il ruolodi portavoce nazionale. Verdini sara' il presidente. Domani, oltre al nuovo gruppo, Verdini presentera' anche undocumento politico e programmatico, in cui - riferiscono fontivicine al senatore toscano - sara' scritto nero su bianco cheAlleanza liberlpopolare non sara' in alcun modo "la stampelladi Renzi, non ci sara' nessun soccorso ne' aiuto sistematicoalla maggioranza di governo". Insomma, spiegano le stessefonti, la nuova formazione si collochera' all'opposizione, evalutera' di volta in volta l'atteggiamento da tenere suisingoli provvedimenti. Fatte salve le riforme: la lineapolitica del nuovo soggetto creato da Verdini e' coerente conla posizione da sempre assunta dal senatore in materia diriforme. Il ddl Boschi va sostenuto, viene confermato.Tutt'altro discorso per le altre riforme che Renzi mira adapprovare. Si valutera' volta per volta nel merito. La bussolache indichera' la strada sara' il progetto liberale che eraalla base del centrodestra creato da Berlusconi. Una presa didistanza netta, quindi, dalla linea politica assunta da ForzaItalia negli ultimi mesi, dopo la rottura del patto delNazareno. E, soprattutto, dalla linea di destra estrema propriadella Lega di Salvini. Nessun patto alla luce del sole con Renzi, quindi, ma unaopposizione costruttiva e non ideologica, basata sui contenuti,e' la linea dei verdiniani. La 'campagna' di adesioni di Verdini, pero', non terminacon la nascita domani del nuovo gruppo. Anche oggi, riferisconoalcune fonti parlamentari al Senato, e' proseguita l'opera diconvincimento del senatore toscano. E secondo alcunifedelissimi, non e' escluso che col passare delle settimanesaranno altri a dire addio a Berlusconi: dalla nostra,sottolinea un verdiniano, c'e' l'operazione di dismissione diForza Italia che stanno portando avanti il 'cerchio magico' elo stesso Cavaliere. Molti tra 'rottamati' sicuri - soprattuttotra i senatori azzurri over 65 anni - faranno il 'salto' quandoin autunno Berlusconi dara' il via alla trasformazione in badcompany del partito, lasciando di fatto nelle mani di Salvinila leadership del centrodestra, e' il ragionamento. Chi si aspettava oggi, in occasione del voto di fiducia suldecreto Enti locali, la prima 'uscita' ufficiale pro-Renzi deiverdiniani, pero', e' rimasto deluso. Verdini, D'Anna e altrifedelissimi hanno disertato l'Aula al momento della 'chiama'.Per i maliziosi ex colleghi di partito un'assenza strategica,per non iniziare a soccorrere Renzi ancor prima del battesimoufficiale. Dal fronte verdiniano, invece, si ribadisce che sonotutte letture strumentali: "non faremo da stampella a Renzi. Lanostra posizione e' chiara, non ci sara' nessun soccorso".Alleanza liberalpopolare non sara' parte integrante dellamaggioranza, ne' annuncera' alcun appoggio esterno al governo.Per il futuro, invece, si vedra', quando e se Renzi mettera' incampo il partito della Nazione, ma i verdiniani garantisconoche non saranno "mai organici" a un soggetto di centrosinistra. Il primo banco di prova sara' a settembre, quandoriprendera' l'iter delle riforme in Senato e Renzi avra'bisogno dei numeri aggiuntivi di 'Ala' per neutralizzare ilfronte interno della minoranza Pd. Fonti azzurre, che nelleultime settimane erano state contattate da Verdini per farparte della squadra, sostengono che sia stato proprio Renzi achiedere a Verdini di mantenersi in un'area 'di limbo': unastrategia utile al premier per evitare la rivolta dellasinistra interna. (AGI).