È di nuovo boom di sbarchi. Lo dicono i numeri: oltre 10.500 persone salvate nel Mediterraneo in soli quattro giorni. Di questi, 8.500 soccorsi negli ultimi due giorni sono approdati, o sono in procinto di farlo, sulle coste italiane. Un'emergenza che, secondo i dati del Viminale aggiornati al 26 giugno, non solo non conosce tregua ma registra un aumento del 13,43% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In particolare, dall'inizio dell'anno 76.873 migranti sono approdati sulle coste italiane, contro i 67.773 dello scorso anno. Tra questi, oltre 9mila sono minori non accompagnati. I porti maggiormente interessati dagli sbarchi sono, nell'ordine, Augusta (13.000 sbarcati), Catania (9.620), Pozzallo (7.161), Palermo (5.799), Reggio Calabria (5.806), Vibo Valentia (5.299), Lampedusa (5.168), Trapani (4.742), Messina (3.902) e Crotone (3.224). Quello degli sbarchi è un numero destinato ad aumentare considerato che ci sono oltre 90mila persone pronte a partire dalla Libia nei prossimi tre mesi e che i mesi estivi sono i più sicuri per intraprendere un viaggio in mare.
Il rientro in Italia del ministro Minniti
Proprio le ultime notizie hanno spinto martedì il ministro dell'Interno Marco Minniti a rientrare in Italia dal suo viaggio a Washington. Anzi, spiega La Stampa, "più che di un rimpatrio si è trattato di un’inversione di rotta dell’aereo che stava trasportando Marco Minniti e il suo staff a Washington, per alcuni incontri istituzionali. Durante il volo verso la capitale degli Stati Uniti, il titolare del Viminale ha esaminato i dati allarmanti degli ultimi sbarchi e ha iniziato a valutare l’ipotesi della marcia indietro. Ma la decisione definitiva è maturata durante lo scalo tecnico in Islanda: aggiornato al telefono sulle ultime cifre dell’esodo dalla Libia, ieri pomeriggio ha preferito abbandonare il viaggio e tornare".
Il piano d'emergenza
Il piano per fronteggiare l'emergenza messo a punto da Minniti prevede una distribuzione dei migranti più omogenea su tutto il territorio attraverso due soluzioni (entrambe allo studio): mini tendopoli, due per provincia, e ricorso a caserme e a edifici pubblici in disuso. Parallelamente si lavora su una maggiore collaborazione con la guardia costiera libica e con Bruxelles per stabilire che chi soccorre deve farsi carico di accogliere i migranti. Il riferimento è a Spagna, Francia e altri Paesi impegnati in missioni di soccorso.
Le rotte principali
Ma da dove arrivano i migranti? Esistono due rotte fondamentali via terra che conducono ai punti d'imbarco principali in Libia e in Egitto: una dall'Africa Occidentale (rotta Occidentale-Est) e un'altra dal Corno d'Africa (rotta Orientale-centro). "I migranti da Senegal, Gambia, Guinea, Liberia e Costa d'Avorio abbandonano il proprio paese d'origine per recarsi prima a Bamako, in Mali e poi a Ouagadoudou in Burkina Faso, fino a raggiungere il Niger", si legge in un dettagliato rapporto condotto da Medici per i Diritti Umani (Medu). Dal Niger, arriveranno in Italia attraverso il Canale di Sicilia. Da Agadez, in Niger, comincia un lungo tratto di strada nel deserto noto come 'la via per l'inferno', che conduce a Sabah, in Libia. La durata di questo lungo viaggio è in genere di 20 mesi, il tempo di permanenza in Libia di 14.
Coloro che fuggono dal Corno d'Africa, invece, incontrano subito un ostacolo: il confine tra Eritrea e Sudan, dove i militari eritrei sono incaricati di sparare e uccidere tutti coloro che cercano di fuggire dal paese. Se riescono ad arrivare in Sudan, la prima tappa è la città di Kassala o il campo profughi di Shagrab; arrivati nella capitale Karthoum, comincia la traversata del deserto, che avviene quasi sempre in pick-up sovraccarichi, alla volta della Libia.
Questo viaggio dura 15 mesi, il tempo di permanenza in Libia per chi arriva dal Corno d'Africa è di circa 3 mesi. Poi, l'ultimo viaggio verso l’Italia attraverso il Canale di Sicilia.
Quanto alle rotte via mare, la principale e più breve rotta via mare dalla Libia all'Italia ha i suoi punti d'imbarco in alcune località a ovest di Tripoli. Da Zuwara e Sabratha a Pozzallo, in Sicilia, ci sono circa 260 miglia marine. L'altra tratta più battuta è quella da Bengasi alla Sicilia. La terza, e più rischiosa, è quella che vede il suo punto d'imbarco ad Alessandria, in Egitto. E' la più utilizzata dai migranti che dal Corno d'Africa e dal Sudan evitano la Libia e risalgono l'Egitto. La distanza dall'Italia è di quadi 800 miglia marine. La traversata, molto rischiosa, dura almeno 8-10 giorni e avviene in genere attraverso più di un imbarcazione.