Va avanti il braccio di ferro tra le autorità russe e l'app di messaggistica istantanea Telegram, che Mosca la settimana scorsa ha già minacciato di chiusura. I servizi segreti (Fsb) hanno annunciato che l'attentato terroristico alla metropolitana di San Pietroburgo dello scorso 3 aprile è stato preparato, utilizzando proprio Telegram.
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Secondo il comunicato stampa diffuso dall'Fsb e riportato dal sito Meduza, l'intelligence ha "informazioni attendibili sull'utilizzo da parte del terrorista-kamikaze, dei suoi complici e del curatore all'estero di chat Telegram per mascherare le loro intenzioni criminali, in tutte le fasi dell'organizzazione e della prostrazione dell'atto terroristico".
L'Fsb ha aggiunto che i terroristi internazionali utilizzano proprio Telegram per connessioni tra complici e "curatori all'estero", perché il programma di messaggistica - inventato dal russo Pavel Durov - "ha la capacità di creare chat segrete, con un alto livello di crittografia delle informazioni trasmesse". Le chat di Telegram hanno, infatti, la possibilità di autodistruggersi. I servizi segreti hanno così avvertito che c'è la possibilità che Telegram venga bloccato in Russia.
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Il 23 giugno, il capo dell'ente federale russo per il controllo delle telecomunicazioni Roskomnadzor, Aleksander Zharov, ha scritto una lettera aperta a Durov, da anni emigrato all'estero proprio per le pressioni subite dall'intelligence russa, quando era ancora a capo di Vkontakte, il social network da lui fondato e conosciuto come il Facebook russo. Nella missiva, l'ente regolatore ha accusato l'app di messaggistica di violare la legislazione russa, perché non ha consegnato le informazioni necessarie sulla società. Durov ha risposto senza mezzi termini all'Authority: l'eventuale blocco di Telegram rappresenta "un sabotaggio degli interessi dello Stato", ha scritto sulla sua pagina Vkontakte, definendo paradossali le minacce di Roskomnadzor.
"E' ironico che all'ordine del giorno in Russia non vi sia alcun blocco di WhatsApp e di Facebook Messenger, controllate dagli Stati Uniti, ma attivamente si discute il blocco di Telegram, neutrale verso la Russia", si legge nel suo post. Durov ha poi avvertito che appena la sua creatura verrà bloccata, "i funzionari russi nelle loro comunicazioni con amici e familiari e per dati sensibili utilizzeranno Whatsapp o Viber, passando nel campo controllato da Apple iCloud e Google Drive".
In poco tempo gli ha risposto Zharov, definendo Telegram "neutrale verso i terroristi e i criminali che usano il suo servizio". Il capo di Roskomnadzor ha poi espresso rammarico per il fatto che da Durov "non è arrivata una risposta in merito alle questione sollevate nella lettera aperta". "Nessun governo o servizi segreti al mondo hanno ricevuto un solo byte di informazioni da noi. E così sarà per sempre", ha garantito Durov che già tra il 2011 e il 2012 si era opposto alle pressioni dell'intelligence russa che chiedeva dati sugli utenti di Vkontakte, che allora organizzavano le manifestazioni anti-governative proprio convocando le persone sul Facebook russo. Durov non solo ha lasciato la Russia, ma anche la guida di Vkontakte.