"Una sconfitta devastante": è un Martin Schulz terreo in volto quello che si presenta alle telecamere a meno di mezz'ora dalla pubblicazione dei primi risultati nelle elezioni nel Nord-Reno Vestfalia. Per il leader della Spd è una doppia debacle: i socialdemocratici crollano nella propria roccaforte storica e il cosiddetto "effetto Schulz" non solo è svanito, ma sembra essersi mutato nel proprio opposto, trascinando a livello regionale la Spd ai livelli peggiori da dieci anni a questa parte. Gli osservatori sono concordi: la corsa per la cancelleria federale - la cui conquista fino a poco tempo fa sembrava a portata di mano - ora appare gravemente compromessa, mentre Angela Merkel può contare su un ritorno di fiamme nei favori dei tedeschi che contribuisce non poco a segnare una dopo l'altra le importanti vittorie elettorali che precedono il voto nazionale del 24 settembre.
La Spd sconfitta nel Land che guidava da 45 anni
Dopo le sconfitte nella Saar e nello Schleswig-Holstein, la Spd incassa un vero e proprio tracollo, imprevedibile in queste dimensioni: secondo le proiezioni delle 20 del primo canale pubblico Ard, nel più popoloso Land tedesco - 18 milioni di abitanti - i socialdemocratici si fermano al 31,5% dei consensi, lasciando sul terreno 8 punti rispetto alle elezioni di cinque anni fa. La Cdu, qui guidata da Armin Laschet, conquista il 33% dei voti, mentre fa scalpore anche l'ottimo risultato dei liberali dell'Fdp con il 12,5%, quasi il doppio rispetto al 2012. Insieme alla Spd, i grandi sconfitti della giornata sono i Verdi, che precipitano al 6,2%, ed il partito della sinistra Die Linke, che con un risultato intorno al 5% vedono a rischio la possibilità di rimanere nel Landestag, il parlamento regionale. Dove fanno invece il loro ingresso i nazional-populisti dell'Afd, con il 7,8% dei consensi. La sconfitta è ancora più amara se si considera che il Nord-Reno Vestfalia è la patria di Schulz, ed è il cuore industriale della Germania. La Spd ora deve dire addio al governo di un Land che ha guidato per complessivi 45 anni.
"Un terremoto politico"
Non a caso, la prima vittima dopo quello che su tutti i media tedeschi è descritto come un "terremoto politico" è la governatrice uscente Hannelore Kraft, che ha annunciato che lascia con effetto immediato tutte le cariche nel partito socialdemocratico: "Mi prendo la responsabilità di questo voto e mi dimetto da presidente della Spd nel Land e da vicesegretaria nazionale", ha detto davanti alle telecamere. Kraft ha anche cercato ad "alleggerire" la posizione di Schulz: "Sono io ad avergli chiesto di mettere in secondo piano i temi della politica nazionale. Anche per questo mi prendo la responsabilita'".
La partita (apertissima) delle coalizioni
Del tutta aperta, a questo punto, la partita delle coalizioni: esclusa un'alleanza Spd-Verdi finora al governo, una prima ipotesi potrebbe essere una maggioranza Cdu, Fdp e Verdi nonostante finora gli ambientalisti abbiano finora sempre escluso quest'opzione. Altrimenti potrebbe profilarsi una Grosse Koalition tra Cdu e Spd: una prospettiva che però è considerata da gran parte dei socialdemocratici un fardello pesante nella campagna elettorale nazionale. Ma se la Linke non dovesse farcela ad entrare nel Landtag, prenderebbe corpo una coalizione formata dalle sole Cdu e Fdp. Sono proprio loro, i liberali, a considerarsi l'ago della bilancia, mentre l'Afd viene esclusa a priori da tutti gli altri partiti da qualsivoglia trattativa per la formazione del nuovo governo di Duesseldorf. L'imprevisto trionfatore della Cdu nonché fedelissimo di Frau Merkel, Armin Laschet, si lascia tutte le strade aperte: "L'ho sempre detto: noi parleremo con tutti i democratici".
Socialisti sotto choc
Da una Spd descritta "sotto choc" dai cronisti presenti, Martin Schulz ha fatto però capire che la sua corsa alla conquista della cancelleria non si ferma. "Per il partito socialdemocratico è un giorno pesante, e lo è anche per me personalmente", ha detto l'ex presidente del parlamento europeo. Tuttavia, aggiunge il leader della Spd, "elezioni regionali sono tali, le elezioni federali sono un'altra cosa. Oggi il tema è che questo paese deve essere più giusto, il tema è combattere i populismi in Europa, il tema è mostrare quale sarà la politica della Spd per il futuro".
E ancora: "Non sono un mago, ma noi siamo un partito con grande esperienza di lotta". Schulz ricorda che quand'è stato nominato la Spd era al 20%, oggi segna stabilmente dieci punti in più a livello nazionale. "La vera campagna elettorale per il voto federale non è ancora cominciata. È chiarissimo che dobbiamo concretizzare quella che saranno le nostre proposte per quello che riguarda le politiche sociali e fiscali. Quattro mesi sono un lungo tempo in politica". Il vicesegretario nazionale, Ralf Stegner, gli dà manforte: "La battaglia elettorale ha due nomi: Angela Merkel oppure Martin Schulz".
Per la Cdu è di nuovo 'effetto Merkel'
C'è da dire che tutti gli analisti concordano nel dire che "l'effetto Merkel" sia stato determinante nella vittoria della Cdu, che per la seconda volta dopo lo Schleswig-Holstein strappa il governo di un Land dalle mani dei socialdemocratici. A quanto afferma l'istituto Wahlen, il 56% dei tedeschi ritiene che la cancelliera sia stata un sostegno fondamentale per il proprio partito nel Nord-Reno Vestfalia, contro il 31% messo a segno dal suo contendente Schulz. Ovviamente pesa la statura internazionale della cancelliera, mentre sembrano lontani i tempi della tempesta di critiche e recriminazioni nei suoi confronti, anche all'interno della stessa Cdu, quando la crisi dei migranti in Germania era giunta al suo apice. Dall'altro fronte, quello della Spd, le parole che si sentono piu' spesso oggi sono "ora un nuovo inizio". Commenta un militante socialdemocratico ad una televisione locale: "La speranza è l'ultima a morire".