L'Unione europea si mostra unita e ambiziosa in vista del negoziato per la Brexit. I Ventisette hanno approvato in tempo record, 4 minuti, come ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ( "È la prima volta che accade nella storia dell'Ue - ha commentato - ed è la cosa più importante della mia vita politica". ), le linee guida concordate nei giorni scorsi dagli "sherpa". Linee guida che il primo ministro britannico, Theresa May, però respinge, almeno in parte, definendole, in un'intervista al Telegraph, "semplici posizioni negoziali".
Nella conversazione con il quotidiano conservatore, May ha ribadito le sue priorità: libero mercato senza dazi, fine della giurisdizione delle Corti europee e fine della libera circolazione dei migranti. May ha ricordato che un accordo sulla Brexit ancora non c'é: "Abbiamo le nostre linee guida che sono quelle del discorso di gennaio alla Lancaster House. Quel che conta è sedersi a quel tavolo con un premier forte e con un forte mandato del popolo".
A gestire il negoziato da Londra sarà quindi chi uscirà vincitore dalle elezioni dell'8 giugno. Mercoledì prossimo, il 3 maggio, il capo negoziatore Michel Barnier riceverà il mandato formale dalla Commissione e illustrerà le direttive su cui si baserà, che dovranno poi essere approvate dal Consiglio il 22 maggio.
Juncker: "Sarà difficile mantenere questa unità"
"I veri negoziati", ha spiegato il presidente dell'esecutivo comunitario Jean-Claude Juncker, "cominceranno dopo le elezioni nel Regno Unito e saranno difficili. Sarà difficile anche mantenere l'unità che abbiamo dimostrato oggi, ma faremo di tutto perché questa non si rompa". In particolare, secondo Juncker, i fattori divisivi derivano soprattutto dalle questioni finanziarie: "Nessuno vuole rimettere denaro quando si parla di bilancio Ue, spendendo di più o ricevendo di meno", ha spiegato. Nei giorni scorsi, il Regno Unito ha impedito che si approvasse la revisione di medio termine del bilancio 2014-2020 dell'Unione. I fondi comunitari bloccati da questa riserva ammontano a circa 6 miliardi e Juncker ha auspicato che Londra decida "quanto prima" di toglierla. L'unità del blocco, ha aggiunto Juncker, conviene anche al Regno Unito: "Non si potrà chiudere un accordo se l'Ue non sarà unita".
L'Italia chiede tutele per mezzo milione di residenti
Dopo la rapida approvazione delle linee guida, i 27 leader hanno discusso delle priorità di ognuno nel corso del prossimo negoziato: c'e' chi privilegia l'aspetto economico e chi, come l'Italia, quello delle tutele per i propri cittadini residenti, in tutto oltre 3 milioni di europei di cui mezzo milione di italiani. La linea comune è di ottenere "sufficienti risultati", che gli stessi leader dovranno valutare e confermare, prima di procedere al negoziato sulla successiva partnership.
C'è poi la questione irlandese: Dublino ha ottenuto che alle minute della riunione fosse allegata una dichiarazione in cui si riconosce che, nel caso di una riunificazione dell'Irlanda "attraverso mezzi pacifici" come previsto dall'Accordo del venerdi' santo firmato da Regno Unito e Irlanda nel 1998, "l'intero territorio di questa Irlanda unita sarebbe parte del'Unione europea".
Gentiloni: "La Ue mostri capacità di cambiare"
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha voluto mettere l'accento sulla necessità di un "rilancio" dell'unità europea anche al di là del negoziato per la Brexit: "Superata questa difficoltà enorme, non si considerino superate le altre sfide per l'Europa", ha detto. In particolare, l'impegno deve essere quello di "rilanciare la funzione dell'Unione soprattutto sulle due grandi questioni su cui è in difficoltà: la politica pro crescita e una politica migratoria comune". L'Unione deve mostrare "la capacità di cambiare su alcuni dossier fondamentali, primo fra tutti quello di una politica economica che accompagni e non deprima la crescita, e poi quello di avere una politica migratoria comune degna di questo nome".
E mentre il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha ricordato, citando l'ultimo sondaggio Eurobarometro, che oggi la maggioranza dei britannici non è a favore della Brexit", Gentiloni ha commentato che immaginare un ripensamento del Regno Unito sulla sua uscita dall'Unione europea è "fuori dal realismo politico" almeno a breve. "C'e' una decisione presa a maggioranza dai cittadini britannici. Oggi bisogna ragionevolmente, senza spirito di vendetta, organizzare una separazione che avrà una complicazione tecnica economica straordinaria". In questo contesto, ha concluso, "noi difendiamo gli interessi italiani: non ci sono grandi pericoli per l'Italia, difendiamo i nostri cittadini nel Regno Unito e difendiamo l'unità dell'Ue".