Bruxelles - Il super-ricercato Salah Abdeslam, ferito e catturato ieri dalle teste di cuoio durante un'incursione nel sobborgo di Molenbeek a Bruxelles, sta "collaborando con la giustizia belga": lo ha riferito il difensore del 26enne jihadista, Sven Mary, uno dei più noti penalisti del Belgio.
Il decimo uomo del commando che il 13 novembre scorso massacro' a Parigi 130 persone "voleva farsi saltare in aria" allo Stadio di Francia (dove alle 21,10 inizio' la strage) ma poi ci ripenso', ha reso noto il procuratore di Parigi, Francois Molins, sottolineando che "queste prime dichiarazioni debbono essere prese con le molle, lasciano aperte una serie di questioni che Salah Abdeslam deve spiegare". Le parole del procuratore di Parigi confermano quanto era gia' emerso: Abdeslam alla fine era ricercato e si nascondeva anche da Isis che lo considerava un traditore per non aver portato a termine la missione suicida, come invece fece il fratello Brahim. La sua cintura esplosiva fu trovata intatta in un cestino dei rifiuti
Condotto a Bruxelles davanti a un giudice per le indagini preliminari, che ne ha convalidato l'arresto e lo ha formalmente incriminato per gli attacchi terroristici di Parigi, a breve Abdeslam "ricomparira'" di fronte allo stesso magistrato, che dovra' valutarne l'estradizione in Francia alla luce del mandato d'arresto europeo spiccato a suo tempo contro di lui. "Accerteremo se il mandato e' legale, e poi vedremo", ha proseguito Mary, confermando che "almeno in questa fase", il proprio assistito "rifiutera'" di essere estradato. "Non e' certo perche' lui lo rifiuti che non sara' consegnato", ha concesso il legale, "ma questo potra' comportare una dilazione supplementare". In virtu' del mandato europeo, in vigore dal 2004, la magistratura di un determinato Paese puo' concedere o meno il trasferimento a un'altra giurisdizione senza necessita' di esaminare a fondo il relativo fascicolo, ma limitandosi a verificare la regolarita' formale della procedura seguita.
Abdeslam si trova nel penitenziario di Bruges, attrezzato con un reparto ospedaliero dove il jihadista franco-marocchino potra' continuare a essere curato per la ferita da arma da fuoco a una gamba rimediata a Molenbeek, al momento della cattura da parte delle teste di cuoio. Il giudice per le indagini preliminari per il momento ha prolungato di soli cinque giorni la custodia preventiva: secondo l'avvocato difensore Sven Mary, Abdeslam ricomparira' a porte chiuse davanti al magistrato mercoledi' prossimo, quando la detenzione sara' prorogata di almeno un altro mese.
Allo scopo di guadagnare tempo le autorita' francesi peraltro meditano in alternativa di chiedere la semplice consegna diretta del terrorista, sulla base del mandato d'arresto europeo spiccato a suo tempo contro di lui. In precedenza Abdeslam era stato interrogato dagli inquirenti, rifiutando sulle prime di essere assistito da un avvocato di fiducia e ricevendone quindi uno nominato d'ufficio. L'interrogatorio si era comunque concluso molto rapidamente, segno che l'ex latitante si era probabilmente avvalso della facolta' di non rispondere.
Salah Abdeslam, il kamikaze mancato
L'ex primula rossa delle stragi di Parigi, ricercato da quattro mesi e che sarebbe stato tradito dalla soffiata di un vicino, era rimasto ferito a una gamba ed era stato ricoverato subito dopo il blitz nell'ospedale di Saint-Pierre a Bruxelles. Il terrorista, secondo la stampa locale, ha lasciato l'ospedale stamane, poco dopo le 08:00. Dimesso anche Amine Choukri, il complice ritenuto legato agli attentati di Parigi, rimasto anche lui leggermente ferito nel blitz a rue de Quatre Vents, a Molenbeek. Il ferito sarebbe legato all'algerino Mohamed Belkaid, ucciso martedì nella sparatoria a Forest e nel corso degli ultimi quattro mesi ha utilizzato un falso passaporto siriano, con il nome di Monir Ahmed Alaaj, e una falsa carta di identita', con il nome di Amine Choukri.
Hollande, chiederemo estradizione Salah
Intanto l'Interpol ha chiesto con urgenza che ai confini dei paesi sia esercitata la "massima vigilanza". La cattura del terrorista, si legge in una nota inviata ai 190 paesi che aderiscono al corpo di polizia mondiale, "potrebbe incoraggiare i suoi complici a fuggire dall'Europa o dovunque".
Dopo la cattura di Salah, il Belgio tira un sospiro di sollievo ma si interroga anche, come fa notare Le Derniere Heure, su chi abbia offerto il sostegno al terrorista superstite degli attentati di Parigi. "Da Molenbeek a Molenbeek", titola Le Soir sottolineando l'assurdita' di una fuga andata avanti per quattro mesi e terminata a poche centinaia di metri da casa sua; il direttore del quotidiano, Beatrice Delvaux, si rammarica anche del fatto che Salah "per quanto con le mani insanguinate" si sentisse protetto.
I momenti della cattura di Salah, FOTO
Stesso interrogativo su un editoriale pubblicato proprio da Derniere Heure, dove Jean Marc Gheraille, fa notare che il fuggitivo si era rintanato "nel luogo che conosce meglio: Bruxelles"; proprio nella capitale belga "si e' avvantaggiato di protezione, aiuto logistico e di aiuti della sua comunita', almeno di una parte di essa. Mentre l'altra e' rimasta in silenzio".
Mistero sull'identità del complice di Salah
Ora, secondo la Delvaux occorre andare "oltre la repressione, il carcere, gli arresti". "C'e' un lavoro di fondo da fare in alcune aree di Molenbeek e altrove". Sulla stessa lunghezza d'onda, L'Echo, secondo cui gli avvenimenti di venerdi' rivelano "una parte sommersa dell'iceberg, l'estremismo. Quello di certi adolescenti, giovani uomini e donne, che vedono in Salah Abdeslam e nei suoi accoliti i nuovi 'eroi' di un Occidente che sprofonda"; adesso occorre lavorare perche' "non vedano piu' in Abdeslam il riflesso del loro malessere, ma solo quel che e', un volgare criminale". (AGI)