Le considerazioni finali del governatore di Bankitalia Ignazio Visco. In 19 pillole.
Serve uno sforzo eccezionale per uscire dalla crisi
"L'esigenza di superare la crisi ha sollecitato, sollecita ancora, uno sforzo eccezionale. Il percorso per riportare l'Italia sulla strada della crescita è iniziato, ma deve rafforzarsi. I cambiamenti richiederanno tempo, impegno, sacrifici".
Monito ai partiti
"Le politiche economiche devono avere una veduta lunga. Il consenso va ricercato con la definizione e la comunicazione di programmi chiari, ambiziosi, saldamente fondati sulla realtà.
Incertezza politica
"Sono fiducioso che, al di là dell'incertezza politica, il nostro paese saprà ottenere risultati che servono l'interesse generale, tenendo conto di chi resta indietro e di chi arretra, liberando l'economia da inutili vincoli, rendite di posizione, antichi e nuovi ritardi".
Chi parla di uscita dall'euro non ha cognizione di causa
"L'uscita dall'euro, di cui spesso si parla senza cognizione di causa, non servirebbe a curare i mali strutturali della nostra economia. Al contrario, determinerebbe rischi di grave instabilita'".
Basta con i banchieri intoccabili
"Oggi più che mai è importante partire dalla valutazione delle persone che guidano una banca. Quando si consolidano posizioni di dominio assoluto aumenta il rischio che si sfrutti la propria intoccabilità per abusi e favoritismi".
Sulle crisi bancarie abbiamo fatto il nostro dovere
"La Banca d'Italia è stata a volte criticata anche con toni aspri, è stata accusata di non aver capito cosa stesse succedendo e di essere intervenuta troppo tardi. Non sta a me giudicare, posso solo assicurare che l'impegno del direttorio di Bankitalia è stato massimo".
Pil, ancora anni per tornare a prima della crisi
"Agli attuali ritmi di crescita il Pil tornerebbe sui livelli del 2007 nella prima metà del prossimo decennio".
Debito e sofferenze bancarie frenano l'Italia
"Il debito pubblico e i crediti deteriorati delle banche sono due fattori di debolezza che riducono i margini di manovra dello Stato e degli intermediari finanziari; entrambi rendono vulnerabile l'economia italiana alle turbolenze sui mercati e possono amplificare gli effetti delle fluttuazioni cicliche".
Non si esce dalla crisi con i bassi salari
"In passato si è tentato di far fronte ai mutamenti con la sola riduzione dei costi, in particolare del lavoro. I pur significativi benefici in termini di occupazione si sono rivelati effimeri perché non sono stati accompagnati dal necessario cambiamento strutturale di molte parti del nostro sistema produttivo".
Disoccupazione eredità dolorosa della recessione
"E' soprattutto nel mercato del lavoro che vediamo l'eredità più dolorosa della crisi".
Grave ritardo tecnologico delle imprese
"Il sistema economico italiano, molta parte del quale è in grave ritardo nell'adozione delle nuove tecnologie, soffre da ben prima della crisi di una dinamica della produttività totale dei fattori troppo lenta".
Avanti con l'automazione ma Italia vulnerabile
"L'economia italiana appare vulnerabile ai processi di automazione, ma la politica economica deve tenere conto dei rischi e delle opportunità che discendono da queste tendenze di lungo periodo".
Stop alla corruzione
"L'illegalità, in tutte le sue forme, è fonte di ingiustizia, è causa di minor benessere economico".
Le riforme fatte non bastano
"Sono primi passi su un sentiero ancora lungo, che è indispensabile percorrere con continuità e coerenza, controllando lo stato di attuazione degli interventi effettuati".
L'Italia in ritardo su scuola e istruzione
"Sia i livelli di istruzione formale sia le competenze di lettura e comprensione, logiche e analitiche sono in Italia distanti da quelli degli altri paesi avanzati, anche tra i giovani".
Rivalutare il capitale umano
"Per affrontare il cambiamento e cogliere le opportunità offerte dai prevedibili intensi mutamenti del paradigma tecnologico è soprattutto al capitale umano che deve rivolgersi la politica economica".
Immigrati risorsa per il Paese
"Un inserimento efficace e razionale degli immigrati nel mercato del lavoro saranno elementi necessari per lo sviluppo futuro del Paese".
Vuoto di fiducia nell'Unione Europea
"L'ostacolo più arduo da superare in Europa è il vuoto di fiducia che è maturato in questi anni, il riemergere di diffidenze e pregiudizi tra i paesi membri e tra i popoli d'Europa e le istituzioni europee. Vanno contrastati con forza".
Il ricordo dell'europeista Ciampi
"Con la scomparsa di Ciampi il Paese ha perso un grande uomo delle istituzioni, un uomo che ha creduto fortemente nei valori portanti della democrazia e nell'Europa unita, ritenuta essenziale per garantire pace, libertà, uguaglianza, prosperità".