Parte oggi il Piano nazionale contro la povertà dopo il via libera definitivo del Senato al disegno di legge delega che introduce il reddito di inclusione. Per la cronaca, l'Aula di Palazzo Madama ha approvato il provvedimento - che aveva ottenuto il disco verde della Camera a luglio scorso - con 138 sì', 71 no e 21 astenuti.
Con il sì finale del Parlamento il ddl è legge e, di fatto, potrà partire il Piano nazionale che quest'anno conterà su una dote di 1,6 miliardi che diventeranno strutturali e pari a 1,8 miliardi dal 2018. Il provvedimento, collegato alla manovra, è stato approvato in commissione Lavoro a Palazzo Madama senza modifiche rispetto al testo che ha incassato il via libera della Camera il 14 luglio scorso.
Una famiglia su quattro sotto la soglia di povertà
Si tratta della prima misura nazionale di contrasto destinata ad assicurare un sostegno economico al 24,5% dei nuclei familiari che risultano al di sotto della soglia di povertà. Dopo il disco verde del Parlamento, un decreto attuativo stabilirà la soglia che darà diritto a tale sostegno e le modalità di erogazione. Tra gli obiettivi, il riordino delle misure per l'assistenza agli indigenti e l'introduzione del reddito di inclusione, finalizzato a sostenere le famiglie in povertà assoluta. Come ha spiegato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il sostegno riguarderà circa 400mila nuclei familiari con minori a carico, ovvero un milione e 770 mila cittadini.
Arriva il reddito di inclusione
Tre gli ambiti della delega al governo: il varo del reddito di inclusione (Rei), che prenderà il posto del Sia (sostegno per l'inclusione attiva sotto forma di carta prepagata) uno strumento che verrà caratterizzato come livello essenziale di prestazione e che sarà dunque unico a livello nazionale e soggetto a un monitoraggio stretto da parte di una "cabina di regia" nazionale. La misura è articolata in un beneficio economico e in una componente di servizi alla persona, assicurati dalla rete dei servizi e degli interventi sociali. Per la componente economica, è previsto un limite di durata, con possibilità di rinnovo, subordinato alla verifica del persistere dei requisiti, ai fini del completamento o della ridefinizione del percorso previsto dal progetto personalizzato.
A fine 2017 il Rei dovrebbe arrivare a una prima platea di 400mila famiglie e avrà un valore simile al Sia, fino a un massimo di 400 euro al mese. Sarà il decreto attuativo a stabilire se sarà erogato sotto forma di carta prepagata o in altre modalità. Il reddito di inclusione ha come priorità le famiglie con bambini in povertà assoluta. L'accesso al Rei sarà un aiuto condizionato alla prova dei mezzi (serve un Isee non superiore ai 3mila euro associato a un livello di reddito effettivo disponibile che sarà fissato nel decreto legislativo), un aiuto che scatterà solo con l'adesione del capofamiglia a un progetto personalizzato di attivazione e inclusione sociale e lavorativa predisposta dall'ente locale. La persona, dovrà impegnarsi, per esempio, a garantire un comportamento responsabile, ad accompagnare i figli a scuola, a sottoporli alle vaccinazioni e ad accettare eventuali proposte di lavoro.
La delega prevede inoltre la razionalizzazione di altre prestazioni assistenziali (fatta eccezione per le prestazioni rivolte alla fascia di popolazione anziana non piu' in età di attivazione lavorativa, per le prestazioni a sostegno della genitorialità e per quelle legate alla condizione di disabilità e di invalidità del beneficiario) come la vecchia carta sociale per minori e l'assegno di disoccupazione Asdi, e il rafforzamento del coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali, al fine di garantire in tutto il territorio nazionale i livelli essenziali delle prestazioni.