Per l'Indice Desi (Digitale Economic and Society Index), la classifica annuale che racconta lo stato di digitalizzazione dell'Europa, siamo 25esimi su 28 Paesi. Le cose migliorano, ma troppo lentamente. Ed è il motivo per cui la ripresa economica stenta. Roberto Viola, direttore gerale di Dg Connect, organo della Commissione europea per lo sviluppo del mercato digitale unico europeo, ha commentato ad Agi questi dati che ci vedono ancora nella parte bassa della classifica.
Che Italia esce dai dati Desi?
"I dati raccontano di un'Italia che ha fatto un grande passo in avanti sul digitale. Ma è tutta l'Europa che accelera. E se l'Italia rimane nella parte bassa della classifica europea è perchè sta pagando un gap enorme con gli altri paesi che si sono mossi prima, e meglio".
Ma c'è un dato assai preoccupante. Gli italiani non usano i servizi digitali, anche quando li hanno
"Manca ancora una vera cultura del digitale, c'è una parte consistente del paese che ha ancora troppe difficoltà ad abbracciare le nuove tecnologie. è un fattore culturale, talvolta anche geografico che c'è ed è innegabile. Si sta recuperando terreno ed è una buona notizia. Ma se l'Italia non accelera rimarrà sempre agli ultimi posti".
Ma come si è creato questo gap?
"Ci sono due fattori. Uno è macroenomico. Dalla classifica si vede chiaramente che i Paesi che stanno facendo meglio con il digitale sono anche quelli che sono usciti prima e meglio dalla crisi come Germania, Francia e Spagna. Crescita economica e crescita della diffusione del digitale sono aspetti di uno stesso fenomeno. Ma l'Italia sconta anche un "peccato originale" sui ritardi del digitale, dovuto alla mancanza delle infrastrutture della televisione via cavo, quelle che poi negli altri paesi sono diventate il mezzo di diffusione di Internet veloce".
Un gap tecnologico in recupero, uno culturale che si allarga.
"Ed è il problema vero. Il ritardo culturale è il piu' difficile da colmare e si riflette nel basso numero di laureati in materie tecniche e scientifiche. I dati Desi fotografano un Paese che ha molta difficoltà ad abbracciare l'innovazione. C'è una buona digitalizzazione delle imprese, che hanno imparato in fretta l'uso delle etichette elettroniche, delle fatture telematiche e del cloud. L'industria italiana sembra innovare bene, meno invece le piccole e medie imprese".