Roma - I tassi della Bce si manterranno invariati rispetto ai livelli attuali o a livelli inferiori per un lungo periodo. Lo scrive l'Eurotower nel bollettino mensile. "Nella riunione del 21 gennaio 2016, sulla base della consueta analisi economica e monetaria e dopo la ricalibrazione delle misure di politica monetaria della Bce a dicembre 2015, il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento della Bce. Tali tassi dovrebbero mantenersi su un livello pari o inferiore a quello attuale per un prolungato periodo di tempo. Per quanto riguarda le misure non convenzionali di politica monetaria, gli acquisti di attività procedono in maniera regolare e continuano ad avere un impatto favorevole sul costo e sulla disponibilità del credito a imprese e famiglie".
Ripresa frenata, rischi da incertezze e geopolitica
"La ripresa economica nell'area dell'euro sta proseguendo, in larga parte grazie alla dinamica dei consumi privati. Più di recente tuttavia è stata in parte frenata dal rallentamento delle esportazioni". Secondo l'istituto di Francoforte, "la ripresa nell'area dell'euro è frenata dalle prospettive di crescita contenuta nei mercati emergenti, dalla volatilità nei mercati finanziari, dai necessari aggiustamenti dei bilanci in diversi settori e dalla lenta attuazione delle riforme strutturali". I rischi evidenziati per le prospettive di crescita dell'area dell'euro "restano orientati verso il basso e sono connessi in particolare alle maggiori incertezze riguardo all'evoluzione dell'economia mondiale, oltre che a rischi geopolitici di piu' ampia portata".
La Bce lancia l'allarme: nei prossimi mesi i tassi di inflazione rischiano di "passare in territorio negativo". Si prevede al momento, sottolinea l'istituto di Francoforte, "che i tassi di inflazione rimangano estremamente contenuti o che passino in territorio negativo nei prossimi mesi, per recuperare solo nel prosieguo del 2016. Successivamente, grazie al sostegno delle misure di politica monetaria della Bce e alla ripresa economica, dovrebbero continuare ad aumentare". La Banca centrale europea assicura che "saranno tenuti sotto stretta osservazione i rischi di effetti di secondo impatto derivanti dal nuovo calo dell'inflazione dei prezzi dei beni energetici".
Il Consiglio direttivo della Bce dovrà "rivedere ed eventualmente riconsiderare l'orientamento della politica monetaria agli inizi di marzo quando saranno disponibili le nuove proiezioni macroeconomiche degli esperti dell'Eurosistema relative anche al 2018". Nel frattempo, si legge ancora nel bollettino, "si lavorerà al fine di assicurare che sussistano tutte le condizioni tecniche affinche' l'intera gamma di opzioni sul piano delle politiche sia disponibile per essere eventualmente applicata".
Mercato lavoro continua a migliorare gradualmente
"La situazione del mercato del lavoro continua a migliorare gradualmente", recita ancora il bollettino. "Nel terzo trimestre del 2015 l'occupazione è aumentata di un ulteriore 0,3 per cento sul periodo precedente, il che rappresenta il nono incremento trimestrale consecutivo - spiega l'Eurotower - di conseguenza, l'occupazione è stata superiore dell'1,1 per cento rispetto all'anno precedente, segnando il maggior rialzo annuale dal secondo trimestre 2008. Il tasso di disoccupazione per l'area dell'euro, che aveva iniziato a ridursi dalla metà del 2013, ha proseguito la sua flessione a novembre, raggiungendo il 10,5 per cento. I dati piu' recenti ricavati dai risultati delle indagini campionarie evidenziano un ulteriore graduale miglioramento del mercato del lavoro per il prossimo futuro".
Crescita mondiale modesta e disomogenea, pesano mercati emergenti
"La crescita mondiale rimane modesta e disomogenea". La Bce sottolinea che "mentre nelle economie avanzate l'attività continua a espandersi a un ritmo robusto, nei paesi emergenti gli andamenti restano complessivamente deboli e più eterogenei".
Brusca correzione mercati per Cina e calo prezzi petrolio
"L'acuita incertezza connessa agli andamenti in Cina e la nuova caduta delle quotazioni petrolifere hanno determinato una brusca correzione nei mercati azionari mondiali e rinnovate spinte verso il basso sui rendimenti delle obbligazioni sovrane dell'area dell'euro". Il bollettino mensile evidenzia che "i differenziali di rendimento delle obbligazioni societarie e sovrane si sono lievemente ampliati. L'aumento dell'incertezza mondiale e' stato accompagnato da un apprezzamento del tasso di cambio effettivo dell'euro".