Roma - Edward Joseph Snowden, la 'gola profonda' dell'Nsa, il "whistleblower" (la definizione americana di "soffiatore nel fischietto" tradotta come 'denunciante' dall'Accademia della Crusca), è l'uomo che tre anni fa ha rivelato al mondo i dettagli dei segretissimi programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense. Ex esperto informatico della Cia, diventato poi consulente della National Security Agency (Nsa), la superagenzia per la sicurezza nazionale, attraverso la collaborazione con Glenn Greenwald, giornalista del 'Guardian' che ha pubblicato una serie di denunce sulla base delle sue rivelazioni (che sono valse il Pulitzer a lui e al suo giornale), Snowden ha rivelato informazioni di intelligence segretissime, tra cui il programma di intercettazione telefonica tra Stati Uniti e Unione europea e numerosi programmi di sorveglianza di Internet.
Quando il quotidiano inglese ha iniziato le sue pubblicazioni, Snowden si trovava in un albergo di Hong Kong. Denunciato nel giugno dello stesso anno dalla procura federale Usa con accuse sottoposte alla legislazione sullo spionaggio - furto di proprietà del governo, comunicazione non autorizzata di informazioni della difesa nazionale e comunicazione volontaria di informazioni segrete con una persona non autorizzata - nell'agosto 2013 è fuggito in Russia e lì, nel 2014, ha ottenuto un particolare permesso di soggiorno di tre anni. Le rivelazioni di Snowden, definito "personaggio kafkiano" da Oliver Stone che su di lui ha fatto un film, hanno creato imbarazzo al governo Usa perché è stata messa a nudo con dovizia di particolari la 'mission' della superagenzia Nsa per la sicurezza nazionale potenziata da George W. Bush all'indomani dell'11 settembre e passata indenne per il cambio di amministrazione. Secondo il direttore dell'intelligence Usa, James Clapper, le rivelazioni di Snowden hanno creato gravissimi danni alla capacità di raccolta delle informazioni dei servizi segreti Usa.
Diverso, ovviamente, il giudizio di Glenn Greenwald, secondo il quale queste rivelazioni non contengono un solo elemento in grado di "compromettere, anche lontanamente, la sicurezza nazionale". Tesi condivisa dallo stesso Snowden che ha spiegato che il suo unico desiderio era quello di informare le persone su ciò che "viene fatto in loro nome e quello che è fatto contro di loro". Una giustificazione che ha convinto l'Europa che ha riconosciuto il suo ruolo di "informatore e difensore internazionale dei diritti umani": il 29 ottobre 2013 con 285 voti a favore e 281 contrari il Parlamento europeo ha chiesto agli stati membri di offrire protezione e di ritirare ogni impugnazione penale nei confronti di Edward Snowden ed evitare che venga concessa l'estradizione o consegna a Paesi terzi. (AGI)