(AGI) - CdV, 25 gen. - Nel Concilio Vaticano II, i Padri percepirono fortemente che, abbattute le muraglie che per troppo tempo avevano chiuso la Chiesa in una cittadella
privilegiata, era giunto il tempo di annunciare il Vangelo in modo nuovo". Lo ha detto Papa Francesco nel discorso alla Comunita' del Pontificio Seminario Lombardo, accompagnata in Vaticano dall'arcivescovo di Milano Angelo Scola e dai suoi vescovi ausiliari.
"San Carlo Borromeo desiderava Pastori che fossero servi di Dio e padri per la gente, soprattutto per i poveri", ha ricordato citando la figura del grande arcivescovo di Milano.
Alla comunita' del Seminario Lombardo, Francesco ha ricordato che "si puo' annunciare parole di vita solo chi fa della propria vita un dialogo costante con la Parola di Dio, o, meglio, con Dio che parla. In questi anni vi e' affidata la missione di allenarvi in questo dialogo di vita: la conoscenza delle varie discipline che studiate non e' fine a se' stessa, ma va concretizzata nel colloquio della preghiera e nell'incontro reale con le persone".
Secondo il Papa, "non giova formarsi a compartimenti stagni; preghiera, cultura e pastorale sono pietre portanti di un unico edificio: devono stare sempre saldamente unite per sostenersi a vicenda, ben cementate tra loro, perche' i sacerdoti di oggi e domani siano uomini spirituali e pastori misericordiosi, interiormente unificati dall'amore del Signore e capaci di diffondere la gioia del Vangelo nella semplicita' della vita". "L'evangelizzazione oggi - ha scandito - sembra chiamata a dover nuovamente percorrere proprio la via della semplicita'. Semplicita' di vita, che eviti ogni forma di doppiezza e mondanita', a cui basti la comunione genuina con il Signore e con i fratelli; semplicita' di linguaggio: non predicatori di complesse dottrine, ma annunciatori di Cristo, morto e risorto per noi". (AGI)
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