“Sono molto contento di avere una clientela esemplare. A me la gente maleducata mi fa schifo, a me la gente sporca mi fa schifo, a me la democrazia mi fa schifo. Io sono totalmente antidemocratico e sono per il regime, ma non potendolo esercitare fuori da casa mia lo esercito a casa mia”. E’ così che Gianni Scarpa, gestore dello stabilimento balneare “Punta Canna’ a Chioggia, si rivolge ai suoi clienti durante la giornata di domenica 9 luglio, in base ad un file audio registrato da Repubblica. La voce, che si diffonde per tutta la spiaggia attraverso gli altoparlanti, non sembra imbarazzare nessuno, probabilmente perché chi va lì condivide le stesse idee di Scarpa e non rimane scioccato nemmeno alla vista dei numerosi cartelli con frasi che inneggiano al fascismo. Tra foto di Benito Mussolini, simboli runici, aquile, croci celtiche, è come se gli ultimi 70 anni non fossero mai passati. Per chi avesse ancora dei dubbi, lungo il sentiero in legno che porta alla spiaggia del Duce alcuni cartelli avvisano i bagnanti: "Regole: ordine, pulizia, disciplina, severità”; “difendere la proprietà sparando a vista ad altezza d'uomo, se non ti piace me ne frego!”; “servizio solo per i clienti... altrimenti manganello sui denti”. E poi le frasi contro Papa Francesco: "Lui vuole costruire ponti e non muri? Gliene costruiamo uno noi da Roma a Buenos Aires, così lo rispediamo da dove è venuto”.
La spiaggia non è una proprietà privata
La legge Scelba e il reato di apologia al fascismo
Il prefetto di Venezia, Carlo Boffi, ha firmato un'ordinanza per chiedere "l'immediata rimozione di ogni riferimento al fascismo contenuto in cartelli, manifesti e scritte" presenti all'interno dello stabilimento. Gli agenti della Digos della questura di Venezia hanno, inoltre, denunciato Gianni Scarpa, il gestore dello stabilimento. Il reato che potrebbe configurarsi è quello di apologia del fascismo, introdotto nell’ordinamento italiano dal governo De Gasperi con la legge del 20 giugno 1952, n. 645, di attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana, detta comunemente legge Scelba. In quegli anni Mario Scelba ricopriva la carica di ministro dell’Interno.
Quando si configura il reato
“Chiunque fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità indicate nell'articolo 1 è punto con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da lire 400.000 a lire 1.000.000. Alla stessa pena di cui al primo comma soggiace chi pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche. Se il fatto riguarda idee o metodi razzisti, la pena è della reclusione da uno a tre anni e della multa da uno a due milioni. La pena è della reclusione da due a cinque anni e della multa da 1.000.000 a 4.000.000 di lire se alcuno dei fatti previsti nei commi precedenti è commesso con il mezzo della stampa”.
La reazione dei social
La spiaggia ‘fascista’ non poteva passare inosservata all’occhio vigile del web. L’hashtag #chioggia è tra i più menzionati su Twitter. Molti i post dal tono ironico.
A #Chioggia aperta una spiaggia fascista, appena ti abbronzi un po' troppo ti menano.
— Arsenale K (@ArsenaleKappa) 9 luglio 2017
[@RubinoMauro]
Il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni chiede un immediato intervento delle autorità.
Incredibile vicenda, la spiaggia #fascista a #Chioggia. Demanio ritiri concessione, Autorità intervengano subito per rispetto #Costituzione https://t.co/ZOwMLfGk6C
— nicola fratoianni (@NFratoianni) 9 luglio 2017
E c'è chi ironizza riccorrendo a foto d'epoca.
Giochi ,balli e coreografie in spiaggia #Chioggia pic.twitter.com/S8PwntFO4L
— feelmads (@feelmads) 9 luglio 2017
Un altro utente attacca invece il sindaco di Chioggia e il Movimento 5 stelle.
A #Chioggia c'è una spiaggia fascista. Chi ha dato la concessione? Il comune. E il sindaco chi è ? È Alessandro Ferro, del M5s naturalmente.
— Marlon Brandy (@MarleyBrandy) 9 luglio 2017