Raggi indagata. Che cos'è il caso Marra e perché fa tremare la giunta capitolina
Raggi indagata. Che cos'è il caso Marra e perché fa tremare la giunta capitolina
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Che cos'è il caso Marra

La vicenda delle nomine

Virginia Raggi a ottobre 2016 vara la rotazione di 40 dirigenti comunali in ossequio alle direttive anti corruzione, la procedura scelta è quella dell'interpello. Il 9 novembre scorso la sindaca firma l'ordinanza in cui assegna i singoli ruoli: Raffaele Marra rimane al Personale, incarico che ricopre da agosto, mentre il fratello Renato viene promosso dalla Polizia Locale alla guida della Direzione Turismo. Una nomina fatta dopo aver sentito gli uffici del Personale come previsto dalla prassi amministrativa. Ma il codice di comportamento del Campidoglio prescrive all'articolo 10 che: "Il dipendente si astiene dal partecipare all'adozione di decisioni che possano coinvolgere interessi propri, o di suoi parenti e affini entro il secondo grado". E' in questo passaggio che maturerebbe la possibile ipotesi di reato. Quanto al curriculum di Renato Marra: ha 47 anni e un percorso professionale quasi identico a quello del fratello Raffaele. Hanno entrambi la doppia laurea in Giurisprudenza ed Economia, e tutti e due hanno lavorato a lungo nella Guardia di Finanza. Dopo venti anni tra i baschi verdi, nel 2010 Renato ha vinto il concorso come dirigente dei Vigili: il primo incarico e' stato il comando di un gruppo territoriale municipale, poi e' passato alla guida di quello sulla Sicurezza Sociale. Nelle scorse settimane la Raggi aveva revocato in autotutela la sua nomina al Turismo.In un retroscena, Repubblica a dicembre ha ricostruito tutte le volte che la Raggi ha difeso Marra, fino ad attribuirsi la promozione del fratello del capo del personale, Renato, contro cui aveva puntato il dito il sindacato dei dirigenti regionali. Il 9 novembre Marra - si legge in un esposto - "avrebbe dovuto astenersi dal controfirmare la delibera che ricolloca Renatogià vicecomandante dei vigili, alla neonata direzione Turismo del Comune con annesso aumento di stipendio (di 20.000 euro). Un atto delicatissimo, potenzialmente foriero di grane, che adesso Raggi si intesta in toto in una memoria difensiva firmata dal responsabile anticorruzione del Campidoglio Maria Rosa Turchi e inviata all’Anac" il 12 novembre.
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