Arezzo - I vertici di Banca Etruria imputati per ostacolo alla vigilanza sono stati assolti. Per l'ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari, l'ex dg Luca Bronchi e il direttore centrale Davide Canestri iil procuratore capo Roberto Rossi e la pm Jiulia Maggiore avevano chiesto pene dai 2 anni e otto mesi ai 2 anni. La decisione. Erano sotto accusa tutti gli ex vertici che hanno governato la banca dal 2011 fino al commissariamento avvenuto nel febbraio 2015. Il
Ma cosa succede dopo le assoluzioni? Ecco una guida per districarsi nella vicenda della banca toscana.
Chi sono i vertici coinvolti
- Giuseppe Fornasari - ex presidente di Banca Etruria
- Luca Bronchi - ex direttore generale
- Davide Canestri - direttore centrale, responsabile del Risk Management.
Le vicende sotto esame
- La cessione, avvenuta nel 2012, della società Palazzo delle Fonti, dentro la quale era stato racchiuso gran parte del patrimonio immobiliare di Bpel (Banca popolare dell'Etruria e della Lunigiana)
- Il quadro della situazione economica e patrimoniale della banca che fu dato in occasione dell'aumento di capitale da 100 milioni nel 2012
Di cosa erano accusati
- Non aver dato corretta comunicazione a Bankitalia, ostacolandone l’attività di vigilanza.
Era caduta l'ipotesi di reato di falso in bilancio.
Cosa succede adesso
Restano aperti altri filoni di inchiesta:
- False fatturazioni datate primavera 2014
- Omessa comunicazione al Consiglio di amministrazione del conflitto di interessi in relazione a fidi concessi dalla banca a società riconducibili ad alcuni amministratori
- Bancarotta fraudolenta.
- consulenze da 17 milioni di euro
- liquidazione all'ex direttore generale Bronchi da 1,1 milioni di euro
- premi aziendali
- fidi concessi ad imprenditori considerati vicini ai dirigenti della banca
- Truffa (indagine promossa da diverse associazioni di consumatori) per la vendita di obbligazioni secondarie a risparmiatori che non sarebbero stati messi a conoscenza dei rischi connessi
- Istigazione al suicidio per la morte del pensionato Luigino D'Angelo che il 28 novembre del 2016 si tolse la vita per aver perso tutti i risparmi investiti in obbligazioni subordinate.
Quando è iniziato tutto
La vicenda è esplosa il 22 novembre del 2015 quando, per la prima volta in Italia, i risparmiatori di quattro banche (Etruria, Marche, Chieti e Ferrara) hanno perso i loro soldi in conseguenza di un decreto del governo.