Roma - "Quello che fece la Bindi è stata una cosa infame, da ucciderla. Ci abbiamo rimesso l'1,5%, il 2% di voti. Atti di delinquenza politica. E non c'entra niente la moralità, era tutto un attacco al governo Renzi". Lo ha detto nell'intervista rilasciata a "Matrix" (in onda ieri in seconda serata su Canale 5) Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, riferendosi alla presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, che lo aveva inserito nella lista dei cosiddetti "candidati impresentabili" poco prima delle elezioni amministrative del 2015, per una condanna in primo grado. Vicenda (quella legata al Sea Park, il parco marino mai realizzato a Salerno) che poi si concluse con l'assoluzione "perché il fatto non sussiste".
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IL PD, "PAROLE INACCETTABILI"
Immediate le reazioni del Pd, che parla di frasi "inaccettabili" e dà "piena solidarietà" a Rosy Bindi. Da Lorenzo Guerini, vicesegretario del Partito democratico ("Nessuna polemica politica, per quanto aspra, o nessuna decisione, per quanto controversa, giustificano espressioni come quelle di De Luca") al presidente Matteo Orfini ("De Luca farebbe bene a darsi una calmata e a chiedere scusa a Rosy Bindi") passando per Debora Serracchiani ("si scusi al più presto").
De Luca farebbe bene a darsi una calmata e a chiedere scusa a Rosy Bindi
— orfini (@orfini) 17 novembre 2016
Sono inaccettabili certi toni, spero che De Luca si scusi al più presto con Rosy Bindi per le sue parole.
— Debora Serracchiani (@serracchiani) 17 novembre 2016
E il deputato Dario Ginefra lancia l'hashtag #iostoconRosyBindi".
Non condivisi l'uscita di @RosyBindi, ma quando De Luca le dà dell"infame" e dice "da ucciderla" #iostoconRosyBindi @pdnetwork @Deputatipd
— Dario Ginefra (@DarioGinefra) 17 novembre 2016
DE LUCA CONTRATTACCA, MIE PAROLE STRUMENTALIZZATE
Vincenzo De Luca non ci sta. E alcune ore dopo l'esplosione della polemica politica sucitata dalle sue parole attacca i giornalisti e da' la sua versione: "Non c'era e non c'è alcun problema con l'onorevole Bindi, nei cui confronti, al di là di ogni differenza politica, riconfermo il mio rispetto oltre ogni volgare strumentalizzazione". Il governatore parla quindi di "ennesimo atto di delinquenza giornalistica". Vincenzo De Luca con la stampa non è mai stato tenero, e non sono pochi gli episodi in cui ha apostrofato i cronisti anche come 'camorristi', o li ha giudicati rei di 'ciucceria', citazione di eduardiana memoria reiterata ogni volta che la domanda e' poco gradita o mal posta. E in una nota che si apre con quell'accusa, da' la sua versione: "Chiarisco che nell'intervista che ieri ho rilasciato a Matrix nessuna domanda, e tantomeno alcuna risposta, ha riguardato l'onorevole Bindi", sostiene. "Al termine della stessa intervista, il giornalista ha tirato fuori il suo tablet chiedendomi, mentre gli operatori smontavano i cavalletti delle telecamere, se poteva mostrarmi quanto aveva affermato in una precedente trasmissione l'ospite Vittorio Sgarbi sull'onorevole Bindi. Abbiamo parlato di Sgarbi, e commentato insieme, sorridendo e facendo battute, quel video che non conoscevo", racconta.
"Verificheremo con l'ufficio legale gli estremi della querela a fronte di un'evidente violazione della privacy e violenza privata esercitata", l'annuncio di De Luca. "Un ennesimo episodio di scorrettezza professionale e di inciviltà - affonda il presidente della Campania - per il resto, la vicenda 'grave' di un anno fa è chiusa. Non c'era e non c'è alcun problema con l'onorevole Bindi, nei cui confronti, al di la' di ogni differenza politica, riconfermo il mio rispetto oltre ogni volgare strumentalizzazione".