Trieste - "Bisogna ricostruire, non piangere". Cosi' rispondeva una giovane friulana intervistata da Gianni Mina' a pochi metri dalle macerie della sua abitazione dopo quel maledetto 6 maggio del 1976 in un reportage della Rai. Erano immagini in bianco e nero che sono state recuperate insieme a filmati a colori, in particolare di Giulio Mauri, e a spezzoni audio per comporre, con soluzioni video digitalizzate entro una trama narrativa affidata alla voce di Massimo Somaglino, il documentario "Resuri'", prodotto e realizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia in collaborazione con la Rai e presentato oggi a Palazzo Montecitorio. Il mediometraggio e' stato proposto in anteprima nazionale con gli interventi della presidente della Camera Laura Boldrini, della presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e di due grandi testimoni del sisma del '76 e della prima ricostruzione: Giuseppe Zamberletti, commissario straordinario per il terremoto, e Diego Carpenedo, che fu senatore e assessore regionale. I ricordi di Zamberletti hanno emozionato la platea. Il commissario di allora ha raccontato di quando i componenti delle Commissioni di Camera e Senato furono sorpresi a Udine dalla scossa del 15 settembre, ma decisero in un incontro in Prefettura di restare in Friuli, vicini alla popolazione colpita da lutti e distruzione. Quella delegazione era guidata da Luigi Gui e da Marco Pannella.
Nelle parole di Zamberletti anche il ricordo di una donna sfollata di Gemona che era stata alloggiata in un albergo sul litorale e che gli volle donare in segno di gratitudine un tappeto su cui aveva ricamato il castello di Gemona, dicendosi certa che non l'avrebbe piu' rivisto. Zamberletti le promise che il castello sarebbe risorto e cosi' fu. "Il Friuli - ha potuto affermare l'ex commissario - ha salvato le stelle preziose del suo firmamento urbanistico". Di quell'epoca drammatica in cui fu fronteggiata un'emergenza e avviata la ricostruzione Zamberletti ha rimarcato il ruolo dei primi cittadini nelle aree devastate dal sisma. "I sindaci - ha ricordato - furono protagonisti del soccorso, non dimentichero' mai e li ricordo tutti per quello che mi hanno insegnato in quei giorni difficili". Da allora, dalla drammatica esperienza del Friuli, e' stato ricordato oggi a Montecitorio, trasse origine la Protezione civile nazionale.
Dalle memorie di Diego Carpenedo e' emerso invece ruolo chiave dell'allora presidente del Consiglio dei ministri Aldo Moro. A proposito, l'ex senatore ha citato un episodio fatto risalire al 10 maggio del 1976 e che ebbe luogo nell'ufficio del capo della segreteria del Governo e vide protagonisti Moro e l'allora presidente della Regione Antonio Comelli. "Ad un certo punto della riunione - ha rievocato Carpenedo - si affaccio' alla porta dell'ufficio Aldo Moro che, rivolgendosi a Comelli, senza preamboli, gli domando' se la Regione se la sentiva di assumersi l'incarico della ricostruzione. Comelli rispose affermativamente e l'idea della delega si trasformo' negli articoli 1 e 2 del decreto legge 227", poi legge dello Stato n.336. Carpenedo si e' detto certo che senza la delega dello Stato alla Regione Friuli Venezia Giulia per la ricostruzione, "decisione, inconsueta - non era mai stata assunta prima e non si e' ripetuta poi con altrettanta ampiezza - il miracolo della nostra ricostruzione non sarebbe avvenuto". (AGI)