Roma - Un mese prima di finire in carcere per 'Mafia Capitale' (dicembre 2014), l'ex militante dell'estrema destra Massimo Carminati e il presidente della cooperativa '29 giugno' Salvatore Buzzi avevano stipulato un contratto di lavoro a tempo determinato che legava formalmente il primo al secondo. L'accordo prevedeva che a partire dal 3 novembre 2014 'er Cecato', al quale veniva corrisposto un compenso come dipendente di terzo livello in base al contratto nazionale del terziario, avrebbe beneficiato di 14 mensilita' per un impegno settimanale di 40 ore, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18 dal lunedi al venerdi', compreso un periodo di prova di 60 giorni. Ma in realta', secondo quanto riferito al tribunale dal capitano del Ros Federica Carletti, i due, ben prima di quel 3 novembre 2014, erano legati da un intenso rapporto di affari, condividendo "tutte le strategie illecite" del sodalizio criminoso che si 'muoveva' a Roma utilizzando metodi mafiosi. Gia' nell'aprile del 2013, ad esempio, da una intercettazione ambientale di un colloquio in auto tra Buzzi e Giovanni Campenni' (referente nella Capitale della cosca 'ndranghetista dei Mancuso di Limbadi), emerge "una cointeressenza economica" tra il 'ras' delle cooperative e l'ex terrorista dei Nar, relativa a un significativo investimento sul campo nomadi di Castel Romano che aveva comportato per entrambi un esborso di quasi 600mila euro a testa.
Illustrando il rapporto di fiducia che lo legava a Carminati, Buzzi dice a Campenni' in quella occasione: "Il rapporto con... pure il rapporto con Ma...oh, Massimo (Carminati, ndr) io c'ho i soldi suoi, lui sai cosa m'ha detto quando... aveva paura che lo arrestavano perche' se l'arrestava... se parlava quello, il prossimo era lui poi... e' venuto da me e me dice 'guarda, qualunque cosa succede, ce l'hai te, li tieni te e li gestisci te, non li devi dare a nessuno, a chiunque venisse qui da te... nemmeno mia moglie', non so' soddisfazioni?". E ancora Buzzi: "Bisogna essere riservati, non parla' troppo, anzi 'ste cose non le sa nessuno, nemmeno Alessandra (la compagna dello stesso Buzzi, ndr) perche'... infatti l'ho ripreso da Massimo, Massimo e' bravissimo, lui non parla, parla pochissimo perche' dice 'meno sai, meno ti dico, meno sai e piu' stai sicuro". Campenni' commenta dicendo che era la stessa cosa che accadeva in Calabria e il presidente delle cooperativa '29 giugno', a quel punto, gli parla degli affari che gestiva con Carminati, quello, appunto, del campo nomadi: "Perche' a me 'na grande mano me l'ha data... per quel campo nomadi me l'ha data Massimo perche' un milione e due, seicento per uno, chi cazzo ce l'ha un milione e due... cash?", per poi precisare: "le opere di urbanizzazione, d'impresa che poi... ce siamo divisi chi pagava chi. Io me so' preso le casette mobili, le commissioni... e lui s'e' preso tutta la costruzione del campo... il costruttore fattura a me e io quando incasso gli rido' i soldi e quindi lui riprendera' i soldi dal costruttore, tutto legale ma come lui ha pagato il costruttore non lo so. Ma non puoi sape' l'impresa... i certificati a botta... ma vedi come cazzo fa non c'hai idea guarda, tu non c'hai idea...".
"Una volta c'avevamo un problema in Campidoglio - racconta ancora Buzzi a Campenni' parlando dell'ex sindaco Gianni Alemanno - perche' il Campidoglio pe' fa' il campo ovviamente, quanto avevamo preventivato? Cento... invece che cento e' venuto centoventi ...eh... trecentomila euro in piu' per fatte capi'. Dopo l'accordo con Alemanno bisognava rifa' un altro accordo... non e' che tu con Alemanno ce puoi parla' de soldi... de ste cose... non e' cosa, allora praticamente bisognava parla' col suo capo segreteria, un Padre Eterno... allora chiamo Massimo e gli faccio "guarda che qui c'ho difficoltà a farmi fa'... i trecentomila euro", lui me fa 'me richiami?' visto c'ha il telefono... su quel telefono parla solo lui, me fa 'vai in Campidoglio, alle tre, che scende Lucarelli (Antonio, allora capo segreteria del sindaco, ndr) e viene parlare con te'. Ho fatto 'a Massimo ma io nemmeno salgo su', 'no quello scende giu'!', 'vai alle tre li' tranquillo'. Aho', alle tre meno cinque scende, dice 'ho parlato con Massimo, tutto a posto domani vai..' aho', tutto a posto veramente! C'hanno paura de lui c'hanno paura che cazzo devono fare qua...". L'ufficiale del Ros, rispondendo alle domande del pm Paolo Ielo, ha quindi spiegato che Carminati, ufficialmente, non metteva in tasca nulla di quello che guadagnava facendo affari con Buzzi. C'era una societa' direttamente riconducibile all'ex Nar, la coop Cosma, che gli inquirenti considerano una sorta di scatola vuota, che gli consentiva di rientrare dei denari ottenuti con la gestione degli appalti. (AGI)
(21 gennaio 2016)