È notizia dell’ultima settimana che Matteo Renzi stia operando una serie di cambiamenti allo staff che si occupa della sua comunicazione e di quella del Partito Democratico. Non sappiamo che tipo di valutazioni abbia fatto il segretario dem, ma è probabile che abbia dato anche lui un occhio ai sondaggi.
Come mostra la nostra Supermedia, infatti, il PD continua a calare nelle intenzioni di voto: oggi si trova al 26,9%. Il dato odierno non è troppo più basso rispetto a quello della scorsa settimana, ma in un mese è calato di quasi un punto e mezzo. E – cosa ancor più importante – è in continua discesa da ben 8 settimane consecutive. In questo lasso di tempo (quasi due mesi) il PD si è indebolito si più fronti: le Amministrative, andate non benissimo; le polemiche sulla comunicazione di Renzi e del PD, in particolare sui social network; la campagna lo ius soli, che alla fine ha costretto il governo a ritirare il disegno di legge; e infine le polemiche seguite alle numerose anticipazioni del libro di Matteo Renzi, ‘Avanti’, uscito nei giorni scorsi. Risultato? Se a fine maggio il PD sembrava prossimo a toccare nuovamente la soglia psicologica del 30 per cento, oggi è sotto il 27.
Ma nemmeno i 5Stelle passano un buon periodo
Se Atene piange, Sparta non ride. Anche il Movimento 5 Stelle non sta attraversando un ottimo periodo. Anche se questa settimana i pentastellati sono il primo partito con il 27,8%, risultano in calo di oltre un punto in un mese. E anche per loro, non più tardi di due mesi fa, la soglia del 30% sembrava facilmente a portata di mano.
La Lega sale al 14,3%, Berlusconi riscende
Chi invece è in forma è la Lega Nord: nonostante le disavventure relative alla sua sfera privata, Matteo Salvini può sorridere: il suo partito questa settimana fa registrare il 14,3% delle intenzioni di voto, il dato più alto del 2017 nella nostra Supermedia. Questo stato di forma della Lega non indebolisce il suo alleato “minore”, quel partito di Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) che può contare sul 4,7% dei conensi. Insieme questi due partiti valgono complessivamente il 19%. Il loro stato di forma non sembra aver nuociuto più di tanto all’altro partito di centrodestra, Forza Italia.
Nelle intenzioni di voto, in realtà, il partito di Berlusconi riscende (seppur di poco) sotto il 13%, piazzandosi al 12,9% e perdendo solo tre decimali in un mese. La campagna contro lo ius soli ha certamente avuto due interpreti più credibile nella coppia Salvini-Meloni, e il partito dell’ex Cavaliere sembra adottare una strategia attendista. Come è noto, Berlusconi sta assistendo al “ritorno all’ovile” di diversi parlamentari che nel tempo si erano allontanati dal PDL (poi Forza Italia) per sostenere i governi di Renzi e Gentiloni.
L’ultimo caso, piuttosto clamoroso, è quello dell’ex alfaniano Costa, che si è dimesso da ministro degli Affari regionali per tornare in Forza Italia e all’opposizione. Non è dato sapere ancora se i vari groppuscoli centristi formeranno o meno una federazione in vista delle elezioni: per ora Alternativa popolare, il partito di Alfano, non sembra soffrire troppo, ed è dato al 2,9%.
A sinistra del Pd c'è sale Pisapia
Anche i fuorisciti di MDP che hanno recentemente aperto un dialogo con Giuliano Pisapia non se la passano male: nella Supermedia di questa settimana tornano a toccare il 4%, cifra che basta a qualificarli come il principale soggetto a sinistra del PD: l’altro – Sinistra Italiana – è ancora su percentuali molto basse, al 2,5%.