C’è qualcosa di irresistibile in questa operazione che improvvisamente ha portato Giovanni Trapattoni a sbarcare su Instagram alla soglia degli 80 anni. Non è soltanto un mito del calcio che fu che debutta in punta di piedi sul social dove Cristiano Ronaldo la fa da padrone con i 151 milioni di followers (praticamente 2.500 stadi pieni).
Non è soltanto un anziano famoso che scopre la rete, c’è già Trump che guida gli Stati Uniti tramite Twitter, per non parlare di Papa Francesco che a 82 anni comunica la parola di Dio al mondo gestendo otto profili “pontifex” in otto lingue diverse. Ma il caso del Trap è diverso e in fondo ci riguarda tutti se siamo nonni o abbiamo la fortuna di avere ancora un nonno.
Giovanni Trapattoni, ex giocatore e allenatore di calcio, 31 trofei in bacheca vinti in cinque Paesi (sto traducendo in italiano la sua bio postata su Instagram), diventa social grazie al nipote Riccardo, 24 anni, lui sì, super esperto digital, che lo convince a condividere e anzi a donare quello che un nonno, qualunque nonno, ha di più prezioso, anche se non ha vinto scudetti e coppecampioni: i ricordi, la saggezza.
Piccole gemme meravigliose che inevitabilmente spariranno per sempre. A meno che un nipote non le trasformi in oggetti social, post, rendendoli in un certo senso immortali. L’operazione Trap su Instagram è molto raffinata: le foto hanno tutte lo stesso stile, le clip di pochissimi secondi, sembrano trailer cinematografici; del resto lui, il Trap, è un attore nato, comunica una simpatia che non ha bandiere quando scherza con il gergo dei social; ed è commovente, quando riguarda vecchie foto e apre per noi il suo infinito album di ricordi.
E quando ci dice che nella vita ci sono solo due cose che non dobbiamo mai smettere di fare: “imparare e sorridere” non vi viene voglia di abbracciarlo? Ma fermatevi un momento: quello che fa il Trap vale per tutti i nonni d’Italia. I loro ricordi, la loro umanità, la loro saggezza sono l’eredità più preziosa che possono lasciarci. Portarli sui social è il modo più bello per scoprire come eravamo.