Nel 2018 gli Stati Uniti hanno raggiunto il record assoluto di consumi di energia pari a 101,3 quadrilioni di Btu (British thermal units), +4% rispetto al 2017 e +3% rispetto al 2007, anno del record precedente. Il consumo di fonti fossili - petrolio, gas naturale e carbone - è aumentato del 4% e ha coperto l'80% dei consumi totali di energia statunitensi. Il consumo di gas, spiega l'Eia (Energy information administration) in un rapporto, ha toccato il proprio record aumentando del 10% rispetto al 2017.
Questo incremento, insieme ad aumenti minori nel consumo di combustibili petroliferi, rinnovabili e nucleare, ha più che compensato il calo del 4% del carbone. L’aumento dei consumi di energia se, da un lato, sono la prova di un’economia che tira, come scrive Vox, dall’altro, implica maggiori emissioni di CO2 nell’atmosfera. Le fonti fossili, spiega l’agenzia statistica del Dipartimento dell’Energia Usa, soddisfano ancora l’80% del fabbisogno energetico americano, una percentuale ancora troppo elevata per centrare gli obiettivi climatici dell’Onu per fermare il cambiamento climatico.
Gli altri dati dell’Eia evidenziano che l'uso di petrolio è aumentato a 20,5 milioni di barili al giorno (o 37 quadrilioni di Btu), quasi 500.000 barili in più rispetto al 2017 e ai livelli più alti dal 2007. L'utilizzo del carbone è sceso a 688 milioni di tonnellate (13 quadrilioni di Btu) nel 2018, il quinto anno consecutivo di calo. Da segnalare poi il balzo dei consumi di energia rinnovabile che ha toccato il record a 11,5 quadrilioni di Btu nel 2018, in crescita del 3% rispetto all'anno prima.
Non migliora l’efficienza energetica
Secondo l’analisi di Vox del rapporto Eia se ci fosse un miglioramento nell’efficienza energetica difficilmente assisteremmo a un incremento dei consumi così marcato. L’impennata della domanda di energia negli Stati Uniti, lo scorso anno, è dovuto sostanzialmente al grande freddo dei mesi invernali. A tale incremento tuttavia non è seguito un miglioramento dell’efficienza energetica. Come abbiamo visto c’è stato un incremento nell’uso di rinnovabili ma la quota nel mix energetico è ancora bassa: se le fonti fossili coprono l’80% della domanda, le rinnovabili sono al 12% e il nucleare all’8%.
Oltre al Pil e agli scarsi miglioramenti nell’efficienza, un altro fattore che ha fatto aumentare le emissioni è rappresentato dai trasporti. Oggi negli Stati Uniti eolico e solare sono le fonti maggiori di produzione di elettricità e questo ha comportato un calo delle emissioni nel settore elettrico. Allo stesso tempo però c’è stato un incremento di quelle collegate ai trasporti che sono diventati la fonte maggiore di CO2 negli Usa.
Oggi auto e camion consumano e inquinano di meno, aumentano le vetture elettriche ma il trasporto aereo è cresciuto in parallelo con l’attività economica. Nota positiva è il crollo dell’uso del carbone nonostante gli sforzi dell'amministrazione Trump di ridurre al minimo le norme ambientali sulle centrali. Nel 2018 gli Stati Uniti hanno eliminato 16 gigawatt di capacità e hanno visto il consumo di carbone scendere ai suoi livelli più bassi in 39 anni.